venerdì 17 giugno 2016

#Parigi - La Geode

Fresca di separazione, la prima cosa che ho fatto è andare a Parigi. A Parigi mi ci sentivo a casa, ci sono stata spesso da sola e…non so come spiegarlo, ma non ho mai avuto problemi di orientamento, o altro.
Se vado a Roma o a Milano mi perdo, come in tante città italiane. A Parigi no, sono a casa.
Perciò che fare per consolarmi un pochino? Vado a Parigi!
Era il Maggio del 1988, e sinceramente del viaggio, e dell'albergo scelto, e di che tempo faceva ricordo poco, ma ricordo che parlando con un tassista (avevo un feeling speciale coi tassisti parigini) lui mi parlò de "La Geode" con grande entusiasmo. Era stata terminata nel 1985 mi disse, quindi ancora in pochi la conoscevano e l'avevano visitata.
Appuntamento per la mattina dopo, ci teneva a portarmici lui.

Beh….devo dire che rimasi a bocca aperta, l'amico tassista non mi aveva raccontato nulla e io non sapevo cosa aspettarmi… ma immaginavo ...non lo so, forse non immaginavo nulla!
Ma quando, da lontano cominciai a vedere questa enorme sfera luccicante mi emozionai, e non la finivo più di ringraziare l'amico tassista.

La Geode é un edificio  situato nel parco della Villette, nel XIX arrondissement di Parigi. 
Costruita dall'architetto Adrien Fainsilber e l'ingegnere Gérard Chamayou, venne inaugurata il 6 maggio 1985, e costituisce un edificio separato a pochi passi dalla " Cité des sciences et de l'industrie ". 
Questa sfera gigantesca nasconde una enorme sala cinematografica di 400 posti dotata d'uno schermo emisferico gigante.  




Per dire la verità non ricordo quasi nulla dei dintorni e dell'interno, ricordo però nettamente l'emozione nel guardare questa enorme sfera… e la gentilezza del tassista, che si offrì di fotografarmi, poi di portarmi un poco in giro nei dintorni a "vedere cose che sulle guide turistiche non c'erano".
Ricordo un grande giardino pubblico che, mi disse, era frequentato da signorine che cercavano clienti, e proprio mentre passavamo col taxi a passo d'uomo una di questa si tirò su la maglietta e mostrò ad un uomo che io vidi solo di spalle due grandi seni che fece dolcemente traballare.
A quel punto capii che forse il mio gentile tassista ci stava provando… e lo fece con tanta gentilezza, come "atto dovuto".
Ma preferii pagare la corsa!